LE OPERE REALIZZATE

Scopriamo i lavori realizzati dai nostri artisti residenti!

Tutti i film sono prodotti da AAMOD nell’ambito della residenza “Unarchive. Suoni e visioni” con il sostegno del Mibact e di Siae, nell’ambito del programma “Per chi crea”


BATTLEFIELD

di Silvia Biagioni e Andrea Laudante
video – Silvia Biagioni
suono – Andrea Laudante

Intimo, estraneo, virginale, oggetto, etereo, frammentato, altro: il corpo femminile è il campo di battaglia di una generazione
di donne che, tra gli anni ’60 e ’70, ne rivendica la riappropriazione. Battlefield è un tributo alla seconda, storica, ondata
femminista. Attraverso frammenti di realtà ricostruisce un momento cruciale della storia. Il suono dà voce alle
immagini dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, per esplorare i diversi immaginari femminili al
centro di questa lotte.
Il montaggio e la musica si fondono per condurre lo spettatore in un luogo evocativo che ha a che fare con la memoria ma
anche con il presente. In tal senso, Battlefield e’ un viaggio nello spazio sonoro, visivo ed emotivo.
Il trattamento delle immagini è minimale, rigoroso, lo sguardo si muove tra esterno e interno; il discorso musicale, incentrato
sulla concezione meccanica ed elettronica del suono strumentale e sul riutilizzo dell audio d’archivio, guida la narrazione
attraverso molteplici paesaggi interiori, in una riappropriazione personale e soggettiva dell’archivio storico.

 

 

IO HO FISSATO IL FUOCO PER SEMPRE

di Salvatore Insana e Silvia Cignoli

concept – editing Salvatore Insana

musica – Silvia Cignoli

mastering – Andrea Tremolada

Il film è un’indagine sull’atto di guardare e di essere guardati, una storia dello sguardo (non) archiviato.
Un’ipnosi collettiva, un nemico invisibile, subliminale, un’energia impalpabile sul punto di esplodere. Lo sguardo del soggetto filmato, quello della macchina da presa e quello dello spettatore innescano un’ossessione partecipata, fatta di occhi in azione. Occhi che fissano, il vuoto o il prossimo. Incroci. Incontri mancati. Repentine accensioni. Tra paura e desiderio. La minaccia è fuori campo? Se c’è una soggettiva, è quella di chi? Modi di vedere. Di accorgersi di essere visti. C’è qualcuno, fuori campo, che agisce come dispositivo sotterraneo, meccanismo non rivelato all’occhio dello spettatore. Qualcuno minaccia o intacca la quiete della nostra visione e staccare lo sguardo troppo presto, si sa, potrebbe risultare fatale. Il respiro interno delle immagini è mosso da pensieri veloci, primitivi, passaggi di stato sulla soglia dell’automatismo di natura più onirica. Lo sguardo dei soggetti/oggetti fatti riaffiorare dall’archivio si trasforma in “errori sonori di segnale”, “pensieri-suoni” che assumono una loro matericità, sostanza ben tangibile eppure sempre sfuggente, diventando da effimeri presagi a realtà concrete con cui relazionarsi. L’occhio della macchina da presa, associato al suono, si fa interprete di realtà astratte o immaginate, diventando di volta in volta da presenza misteriosa, ospite inatteso, intruso ben accolto, ingombrante e quanto mai reale e concreto elemento di sfida e di lotta, enigmatico, sospeso, interdetto, concentrato. La messa a fuoco dello sguardo, come quella della macchina da presa, è esercizio sul confine della meditazione. Pratica meditativa del concentrare lo sguardo su un oggetto, connessione sguardo-mente attuato con precisione e ostinazione. Pratica antropologica dell’indagare l’evoluzione e la continua dialettica del rapporto tra “verità” della presenza e predisposizione ad una messa in scena di sé stessi. Quelli che guardano l’obiettivo vedono già il futuro? Immortalano lo sguardo. Osservano scorrere la vita (o la morte) nei propri occhi? Quelli che guardano in camera cercano un posto libero nelle stanze e nell’anima di chi li osserva e cattura filmandoli?
Cosa succede nel momento di fissare la camera? Si può dilatare questo momento, moltiplicarlo, esportarlo, espropriarlo alla biomeccanica “naturale” e farne altro attraverso il montaggio audiovisivo?

 

DAL GIORNO FINCHE’ SERA

di Alessandro Gattuso e Luca Maria Baldini

Disegno del suono e musica originale   Luca Maria Baldini

Canzone originale   Before the moon   courtesy of Blooms recordings

Voce narrante   Paolo Cresta

Color correction Mauro Vicentini

Una voce ci conduce nella nebulosa dei ricordi di un uomo. Le immagini d’archivio si mescolano cercando di dar forma al passato. Momenti d’infanzia, dell’età adulta e il ricordo dell’amore per un altro uomo emergono come archeologia di una memoria scomposta e frammentata. Un’elegia personale e collettiva allo stesso tempo, in cui amarezze e gioie si compenetrano evocando un vissuto.