LIVE PERFORMANCE

Allegory of Earth and Water – Silvia Cignoli, Salvatore Insana

Al cospetto degli elementi naturali, di fronte alla loro misteriosa e cangiante potenza, affrontiamo la terra e l’acqua come preziosi enigmi della visione, in grado di trascendere la realtà visibile e spingere altrove, tra il sublime e l’imponderabile. Pensiamo l’archivio come giacimento, di segni lasciati nello spazio e tracciati nel tempo. Disegni del tempo stratificati dal destino di uomini e di altre specie. Attraverso la selezione e la rielaborazione di disparati materiali presenti nell’archivio Aamod, il lavoro esplora il concetto di assenza-presenza. L’assenza diventa essa stessa presenza come compensazione (vera o immaginata) dell’assenza e in questa indefinitezza disegna la sua prospettiva “alterata”.

Il materializzarsi del suono e dell’immagine porta ad un lento ulteriore comparire e mostrarsi di ambienti inizialmente celati, capaci di creare luoghi di dormiveglia semioscuri che vorrebbero descrivere stati emotivi incorporei. Melodie sconcertate disegnano i contorni di un ambiente amorfo, che sta e lentamente evolve.

Allegory of Earth and Water è un’opera audiovisiva di Silvia Cignoli (musica) e Salvatore Insana (video).

 

SILVIA CIGNOLI

Chitarrista classica ed elettrica, musicista versatile, spazia dalla musica classica alla contemporanea, dall’improvvisazione radicale all’avant-rock ad una propria creazione musicale, crossover fra il suo background accademico e la musica elettronica. Nei suoi lavori, una raffinata ricerca timbrica su chitarra aumentata, tastiere, elettronica, processori di segnale e oggetti sonori, confluisce per creare paesaggi sonori immaginifici a cavallo fra ambientazioni subacquee e astrali.

Nel 2020 esce il disco solistico “The Wharmerall” per l’etichetta Pitch the Noise Records, e nel 2021 esce “Digital Memories From a Suspended World” per Blue Spiral Records, colonna sonora del documentario “Tutte a casa – memorie digitali da un mondo sospeso” per la regia di C. D’Eredità, N. Baratta, E. Marino. Entrambi i dischi vengono accolti in maniera entusiastica dalla critica.

È laureata in chitarra presso la Fondazione Scuole Civiche Milano e presso il Conservatorio di Milano ed ha conseguito un Master of Arts in Music Performance presso il Conservatorio di Lugano (CH). In ambito classico e contemporaneo ha vinto diversi concorsi e partecipato alle prèmiere di decine di brani di nuova composizione (fra cui la prima italiana di The Yellow Shark di Frank Zappa), collaborando nelle più importanti stagioni italiane di musica contemporanea.

Ha suonato come solista, in ensemble e in orchestra In Italia, Svizzera, Oman, Cipro (in residenza per Interfaces ed EUC University), Germania, Russia.

È co-autrice del progetto “irid.”, un ensemble cross-mediale e spesso ha lavorato per progetti site-specific che combinano musica antica e sperimentale come “Arianna… il suon de bei lamenti.“, una performance interattiva omaggio a Claudio Monteverdi.

È inoltre parte del duo IN/ELEKTRA con la bassista Valentina Guidugli con la quale pubblica l’album Shimmering Behaviour per l’etichetta inglese Industrial Coast.

Attiva anche nell’ambito della musica per immagini, ha realizzato recentemente diverse colonne sonore fra cui quella per il film IO HO FISSATO IL FUOCO PER SEMPRE di Salvatore Insana in collaborazione con Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

Ha tenuto corsi su chitarra aumentata e musica sperimentale in alcuni Conservatori Italiani e in Svizzera. Insegna chitarra presso la Fondazione Scuole Civiche Milano.

www.silviacignoli.com

 

SALVATORE INSANA ha frequentato il Dams dell’Università di RomaTre concludendo il suo percorso magistrale nel 2010 con un elaborato sul concetto di inutile. Porta avanti la sua ricerca tra arti visive, arti performative e altre forme di revisione ed erosione dell’immaginario, collaborando con numerosi musicisti, sound designer, coreografi e compagnie teatrali. Nel 2011 crea con Elisa Turco Liveri il collettivo Dehors/Audela, con il quale ha dato vita a opere video-teatrali, performance di danza, progetti di ricerca audiovisiva, workshop sperimentali. Le sue opere sono state presentate all’interno di numerosi festival ed eventi espositivi multidisciplinari in Italia e all’estero.

http://salvinsa.blogspot.com


Otis. Vertical tales – Okapi

OTIS – Vertical Tales è il nuovo live di Økapi, tratto dall’omonimo album musicale illustrato uscito per Folderol Records. Un omaggio all’inventore dell’ascensore, Otis Elisha Graves, e a quel dispositivo che da metà del XIX secolo ha rivoluzionato gli orizzonti urbanistici e ambientato infinite narrazioni. Per questo live Økapi destruttura suoni e immagini provenienti dalle più disparate fonti e li ricompone in una suite in più tempi. Ascensorista d’eccezione, Økapi conduce lo spettatore in un viaggio verticale e mentale, dal piano terra al 15esimo piano di un edificio immaginario.

Scrive Økapi nel testo finale dell’album-illustrato: «Lo spazio [dell’ascensore] si spalanca a una serie teoricamente infinita di varianti. L’ascensore è il perfetto abitacolo per fermare il tempo. Camera dei pensieri e del tempo sospeso». 

Lo spettacolo è distribuito in più format:

– live performance in forma concerto
L’artista sul palco manipola dal vivo suoni e immagini che vengono proiettate su schermo. La performance live può adattarsi a sale concerto, gallerie, piccoli e grandi ambienti espositivi, cabine d’ascensore.

Durata: 50 minuti circa
Teaserhttps://youtu.be/EM4GF2I4YMk

– installazione site-specific di sound art
Il format è adatto a sale espositive o gallerie d’arte. Sono privilegiati ambienti chiusi circoscritti, al buio, che rappresentano il set di una hall di un edificio. Il visitatore si trova di fronte ad un ascensore con le porte chiuse. Sceglie, tramite una pulsantiera, la meta del suo viaggio. 16 quadri sonori si manifestano di fronte a lui.

L’album Otis Vertical Tales, da cui lo spettacolo è tratto, è distribuito su supporto fisico (Audio CD), come libro illustrato (con testi in inglese) con CD allegato e in digital download, e pubblicato da Folderol (FOL-CD008). Da entrambi i supporti fisici è possibile accedere a contenuti multimediali extra tramite QR-Code.

Press:
“Una meravigliosa esperienza sonora: una salita in elevatore verso nuove vette artistiche e inedite commistioni elettroniche ” Sentireascoltare – Nicolò Arpinati

“Lavoro che consacra l’unicità del musicista romano e la sua visionaria freschezza compositiva, che va ben oltre le abilità nelcut-up,Otis. Vertical Tales è un progetto che non ci si deve lasciar sfuggire (si spera in futuro anche in versione performativa).” Il Giornale della Musica – Enrico Bettinello

Leggi altre recensioni:
https://www.okapi.it/otis-vertical-tales/

Ascolta su Bandcamp:
https://folderolrecords.bandcamp.com/album/otis

Økapi, al secolo Filippo E. Paolini, è un compositore elettronico franco-italiano, noto collagista e cut-up artist, esponente della plunderfonia. Ha all’attivo numerosi dischi in solo, partecipazioni e formazioni. Spericolato attraversatore di codici e di generi, ascoltatore onnivoro, è noto nel mondo della ricerca musicale come, per altri progetti, in quello underground e dance.

Press-kit: 
https://www.okapi.it/otis-vertical-tales-live/

Link:

http://www.okapi.it/

http://soundcloud.com/okapi23

http://soundcloud.com/okapi

http://slappress.bandcamp.com/


Sliver – Kanaka, Caterina Palazzi

Live performance musicale & video, in cui i due linguaggi creativi interagiscono sulla tematica del nostro alter ego oscuro.

Il contrabbasso è pensato come strumento orchestrale nonostante sia in solo, le sovraincisioni di bassi creano un’orchestra dall’oltretomba innescando risonanze ed echi che spostano l’aria intorno alle fonti sonore.

Il visual fa uso di tecniche ibride: immagini concrete che diventano digitali e poi di nuovo materiche, in un alternarsi ipnotico di visioni. Uno spartito di frame eseguito seguendo le atmosfere sonore, che lascia tuttavia spazio all’improvvisazione, irrompendo con squarci di luce. Un percorso introspettivo e disgregante che condurrà lo spettatore alla conoscenza del suo Io più recondito e oscuro.

Kanaka _ Live visual design

Kanaka (alias Andrea Maioli):  dopo aver frequentato la Facoltà di Disegno Industriale presso l’Università la Sapienza, nel 2011 fonda il collettivo che opera nel settore dell’ A/V mapping e dell’allestimento visivo e sonoro.  Partecipa a numerosi festival europei di live performance e ha collaborato con diversi studi e artisti per produrre videoclip.  Nel campo della ricerca è impegnato nella progettazione e realizzazioni di installazioni interattive e allestimenti multimediali all’interno di musei. E’ uno dei fondatori della label sperimentale Manyfeetunder.

https://vimeo.com/kanakastudio

www.facebook.com/kanakastudio

Caterina Palazzi_ Double bass, loops, effects

Contrabbassista e compositrice, leader dal 2007 della band Sudoku Killer, quartetto ben noto nella scena jazz, noise e sperimentale europea, con cui ha registrato i tre album Sudoku Killer (ZdM, 2010), Infanticide (Auand Records, 2015), Asperger (Clean Feed, 2018) e con cui ha all’attivo più di 600 concerti in tutta Europa e in Asia.

Nel 2010 ha vinto il Jazzit Award come migliore compositrice italiana.

Attualmente si dedica anche al progetto in solo Zaleska, performance audiovisiva in cui linee melodiche si intrecciano a momenti dissonanti e rumoristici, creando una sorta di orchestrina funebre solitaria. Ogni composizione musicale è ispirata ad un attore che ha impersonificato il personaggio di Dracula nella cinematografia. Spesso la sua musica interagisce dal vivo con performances di video designers, pittori e artisti visivi.

https://en.wikipedia.org/wiki/Caterina_Palazzi

www.facebook.com/zaleskadracula


Doctor 3 on California Footage

Una formazione inedita nel segno del “piano trio”.

Rea e Pietropaoli debuttano nel ’75 con il “Trio Di Roma” (con Roberto Gatto), Pietropaoli e Sferra hanno maturato la loro intesa con lo “Space Jazz Trio” di Enrico Pieranunzi, un gruppo che in circa dieci anni di storia ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti.

Doctor 3 si fonda dunque sulla profonda conoscenza reciproca, una sorta di “intesa telepatica” che costituisce la vera cifra stilistica del gruppo al di là delle diverse scelte di repertorio, un repertorio vastissimo che non conosce confini di generi o di stili.

Un grande successo di critica e di pubblico accompagna il gruppo sin dall’esordio, il loro primo cd, “The Tales Of Doctor 3” (vvj) ottiene il “Premio Arrigo Polillo” indetto dalla rivista specializzata “Musica Jazz” come “Miglior Disco Italiano” del ‘98.

Nel ’99 il secondo lavoro discografico, “The Songs Remain The Same” (vvj)  consegue, dalla rivista “Musica & Dischi”, il riconoscimento di “Miglior Disco” nella categoria “Jazz”.

Nel ‘99 e nel 2001 la classifica del “Top Jazz” della rivista “Musica Jazz” vede affermarsi Doctor 3 come “Miglior Gruppo o Orchestra Italiano”.

Il gruppo, oltre che in Italia, si esibisce in USA, Cina, Brasile, Giappone, Tunisia, Polonia, Malta, Serbia, dove in poco tempo diventa il beniamino del pubblico jazz, e non solo di quello degli “addetti ai lavori”

Nel 2001 sono pubblicati “Bambini Forever” (vvj), il loro terzo cd, e “Live And More” (vvj), allegato al numero di dicembre della rivista “Musica Jazz”.

Nel mese di giugno 2003 viene pubblicato “Winter Tales” (vvj) un doppio live registrato a Orvieto durante Umbria Jazz Winter # 10.

Nel marzo del 2007 esce “Blue” (vvj) e nell’aprile dello stesso anno, per la collana “Jazz Italiano Live” allegata al settimanale L’Espresso, esce un progetto su Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band in occasione del quarantennale dalla pubblicazione del importante album dei Beatles.

Nel 2008, sempre per L’Espresso, registrano il cd “Le Canzoni del ‘68”.

Dopo 11 anni di successi, nell’ottobre del 2009, il gruppo si scioglie, è un passaggio inevitabile, fisiologico, i gruppi di jazz non sempre hanno vita lunga e Doctor 3, pur avendo rappresentato un raro esempio di longevità, necessita di una pausa di riflessione.

La sosta è utile per ritrovare nuovi stimoli attraverso esperienze personali.

Nel 2014 Rea, Pietropaoli e Sferra, decidono di ritrovarsi per riprendere insieme il viaggio con nuove idee, nuovo entusiasmo, e il patrimonio di crescita individuale degli anni trascorsi in lontananza.

La reunion viene testimoniata, nel maggio 2014, dal nuovo lavoro discografico “Doctor 3” pubblicato dalla “Parco Della Musica Records” in coproduzione con Giandomenico Ciaramella, per Jando Music, e Aldo Mercurio.

Nel 2019, per Jando Music e Via Veneto Jazz, vede la luce l’ultimo cd del trio: “Canto Libero” dedicato alle canzoni di Lucio Battisti.


Artificial landscapes

Artistico Collettivo è un progetto nato dall’incontro del coreografo Marco Chenevier, della performer Francesca Fini, dei musicisti Giorgio Li Calzi e Riccardo Mazza, e della danzatrice Simona Pietrosanti. Mettendo in discussione i concetti di movimento, suono e immagine, Artistico Collettivo crea intensi momenti personali magistralmente creati attraverso regole e omissioni, accettazione e rifiuto, invitando lo spettatore in un’esperienza caratterizzata dall’accumulazione ieratica di elementi linguistici differenziati. Artistico Collettivo risponde direttamente all’ambiente circostante, e utilizza le esperienze quotidiane degli artisti come punto di partenza. In questo primo esperimento spesso si tratta di istanze incorniciate che passerebbero inosservate nel loro contesto originale.

Artificial Landascapes è il primo dispositivo artistico di “Artistico Collettivo”. Manipolando lo spettatore per creare caos, il movimento rivela una goffaggine intrinseca, un umorismo che fa eco alle nostre vulnerabilità. Artistico Collettivo considera anche il movimento come una metafora dell’uomo in continua ricerca che sperimenta una perdita continua. Con “Artificial Landascapes” non facciamo riferimento a forme riconoscibili. I risultati vengono decostruiti nella misura in cui il significato viene spostato e la possibile interpretazione diventa multiforme. I movimenti di esseri umani e/o oggetti sono isolati: così facendo si creano nuove sequenze che rivelano un rapporto inscindibile tra movimento e suono. Esplorando il concetto di paesaggio in modo nostalgico, si approcciano un’ampia scala di soggetti organizzati in multistrati concettuali. Applicando l’astrazione, il dispositivo indaga le dinamiche del paesaggio, compresa la manipolazione dei suoi effetti, e i limiti dello spettacolo, in base dimensione soggettiva dell’elaborazione semantica del paesaggio in sé. Piuttosto che presentare una realtà fattuale, viene fabbricata un’illusione per evocare i regni della nostra immaginazione. “Artificial Landascapes” stabilisce un legame tra la realtà del paesaggio e quella immaginata dai suoi ideatori.

Artistico Collettivo (Marco Chenevier, Francesca Fini, Giorgio Li Calzi, Riccardo Mazza, Simona Pietrosanti)